Un Sud che cambia, con cura
ROMA - 19 Dicembre 2018
“Viviamo in un Paese che soffoca la nostra creatività, i nostri sogni e spesso ci si chiede se valga ancora la pena credere in un domani”. La riflessione è di Arianna Addati, autrice di due scatti raffiguranti ragazze che scrutano l’orizzonte, e rappresenta la “idea di fare arte su una visione pessimistica della vita, ma al contempo non priva di speranze”.
È uno degli esempi di “immagini” di un cambiamento che interessa il nostro meridione che emerge dal contest fotografico gratuito “Con Il Sud Prima e Dopo #cambiareconcura”. L’iniziativa di comunicazione sociale, giunta alla 11esima edizione, è promossa dalla Fondazione CON IL SUD con l’obiettivo di realizzare un racconto collettivo iconografico del nostro Sud, in particolare quest’anno attraverso istantanee del cambiamento: avvenuto, in corso, sperato.
Selezioni di foto, raccolte in 5 gallery pubblicate sul sito della Fondazione, raccontano i cambiamenti che avvengono nel tempo per mano dell’uomo o in maniera naturale. Ci sono cenni di cambiamento, paesaggi, scorci senza tempo, sguardi tra passato e futuro, storie di donne e uomini.
Il “prima e dopo”, raccontato nelle oltre 160 fotografie partecipanti, fa riferimento non solo alle metamorfosi fisiche dei luoghi e delle persone, ma anche all’universo simbolico. “Prima” è il passato che si contrappone al presente, ma è allo stesso tempo il presente sfidato dal futuro che immaginiamo. Ma, volendo approfondire, è anche uno stato d’animo di chi osserva e vive il territorio, una percezione, positiva o negativa, del tempo che passa, troppo in fretta o che non passa mai.
Bortolomeo Perrotta, per esempio, ha raccontato un “Futuro immutabile: dal pane fatto in casa all’alta velocità” attraverso una sequenza di immagini tra Potenza e Foggia. Antonello Pede ci ha portati a Lecce per mostrarci come intere pareti di antiche cave di tufo, scavate da uomini pazienti e molto forti, possono diventare pezzi di pietra e poi magnifiche opere d’arte. Di Palermo, capitale della cultura, Patrizia Aversa coglie la quiete e il coraggio con cui si prova a costruire un futuro di onestà, “un silenzio a tinte forti per risvegliare le coscienze sopite, per far riaprire gli occhi che rifiutano di vedere per viltà”.
C’è l’impegno civico nella Calabria raccontata da Francesco Cristiano, che riporta in vigore la produzione di seta con metodi tradizionali grazie alla volontà e alla collaborazione tra una cooperativa e il comune del piccolo borgo di San Floro. Giuliano Sabato svela un mix tra passato e presente votato all’ironia con un insolito santo in mutande Dolce&Gabbana.
Oltre il “prima e dopo”, c’è un “per sempre” che emerge dalle immagini di Luigi Carlone che ha immortalato il tempo che non passa a Minervino Murge, un piccolo borgo nell’entroterra pugliese dove perfino gli odori che si respirano per strada sono quelli di 50 anni fa. E ci sono le radici, infine, nel lavoro di Caterina Iiriti che pone le fondamenta della ricerca sull’abbandono, lo stato di rovina e il recupero dei piccoli paesi in Italia, indagando il rapporto fra la natura e l’uomo, partendo da immagini e racconti di Bruno e Nina, “due testimoni di un mondo visto e poi scomparso, nati e cresciuti a Roghudi, si sono sposati e trasferiti a seguito dell’alluvione a Melito di Porto Salvo (RC). Oggi vivono in marina e possiedono una casa con le pareti tappezzate di fotografie dei tempi felici, poesie scritte in grecanico e occhi pieni di nostalgia”.
Tutte le gallery sono sfogliabili al seguente link https://www.fondazioneconilsud.it/comunicazione/foto/