Povertà educativa, le mappe della Puglia

13 Luglio 2021

Presentato oggi il report dell’Osservatorio Con I Bambini “Le mappe della povertà educativa in Puglia”.
La Puglia è prima fra le regioni del Mezzogiorno per molti indicatori, ma rimane sotto la media nazionale, con alcune eccezioni. 

Posti Asili nido per bambini 0-2 anni: Puglia 18,9% – Italia 26,9%

Abbandono scolastico: Puglia 17,9% – Italia 13,5%

Neet: Puglia 29,7% – Italia 22%

Famiglie raggiunte da banda larga veloce: Puglia 83% – Italia 68,5%

Edifici scolastici vetusti: Puglia 13% – Italia 17,8%

Scuole raggiungibili con mezzi pubblici: Puglia 81,5% – Italia 86%

È stato presentato oggi il report “Le mappe della povertà educativa in Puglia”, elaborato dall’Osservatorio Con I Bambini nell’ambito del Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile. L’iniziativa è promossa da Acri, Fondazione Puglia, Fondazione Monti Uniti di Foggia e Impresa sociale Con I bambini. Il report integrale si può scaricare a questo link: http://conibambini.openpolis.it.

Il report è stato presentato nel corso di un evento online. Sono intervenuti: Giorgio Righetti, direttore generale di Acri; Paolo Spinelli, presidente Fondazione Puglia; Aldo Ligustro, presidente Fondazione Monti Uniti di Foggia; Marco Rossi Doria, presidente di Con I Bambini; Vincenzo Smaldore, direttore editoriale Openpolis; Barbara Torraco, responsabile progetto “Borgo Bambino”; Rosa Angela Silletti, responsabile comunicazione progetto “La Scuola del Contadino”. La presentazione del report si può rivedere nel video che segue:

In base ai recenti dati Istat, in Puglia vivono 629.459 minori. Sul fronte della povertà educativa, pur distinguendosi positivamente su diversi aspetti dalle altre maggiori regioni del Mezzogiorno, la Puglia mostrava numerose criticità già prima dell’emergenza Covid. Ciò appare piuttosto evidente se si isolano alcuni dei principali indicatori utilizzati per monitorare la condizione educativa dei più giovani. In termini di offerta di asili nido e servizi prima infanzia, ad esempio, sono 18,9 i posti ogni 100 bambini con meno di 3 anni. Un dato migliore rispetto alle altre maggiori regioni dell’Italia meridionale (Campania, Calabria e Sicilia si attestano tra il 10 e il 12%), ma ancora distante dalla media nazionale (26,9%) e dalla soglia europea dei 33 posti ogni 100 minori.

Rispetto all’abbandono scolastico, a fronte dell’obiettivo europeo di ridurre al di sotto del 10% la quota di ragazzi che lasciano la scuola prima del diploma, la Puglia si attestava al 17,9% prima dell’emergenza, nel 2019. Un dato molto al di sopra della media nazionale di quell’anno (13,5%) e inferiore solo a Sicilia e Calabria. Tale dato si riferisce all’abbandono esplicito, ovvero ai giovani che lasciano i percorsi di istruzione e formazione prima del tempo. Ma deve essere letto con gli indicatori di abbandono scolastico implicito: studenti che, pur completando il percorso di studi, non acquisiscono le competenze adeguate, trascinandosi spesso lacune fin dal primo ciclo di istruzione. In questo senso, prima della crisi sanitaria, la Puglia presentava il 18,9% di alunni in difficoltà alla fine della terza media. Si tratta di ragazze e ragazzi che terminano l’ultimo anno prima delle scuole superiori con livelli di competenza inadeguati in italiano, matematica e inglese. Un dato certamente inferiore rispetto alle maggiori regioni meridionali (Calabria 29,6%, Sicilia 27,9%, Campania 25%) ma più elevato rispetto alla media nazionale (14,4%).

Questi dati si riflettono anche sulla quota dei cosiddetti “neet”, giovani che non studiano e non hanno lavoro: quasi il 30% (29,7%) dei giovani pugliesi tra 15 e 29 anni si trova in questa condizione nel 2019. Una percentuale inferiore rispetto alla media del Mezzogiorno (33%) e a quelle di Sicilia (38%), Calabria (35,1%) e Campania (34,3%). Ma molto più alta della media nazionale (22,2%) che vede l’Italia già ai vertici in Ue per incidenza di giovani neet. 

Dichiarazione di Giorgio Righetti, direttore generale Acri

«Viviamo in una fase storica in cui sentiamo parlare da più parti di “ripartenza” e di “ricostruzione”. Se dobbiamo ricostruire il Paese, bisogna assolutamente intervenire sul tema della povertà educativa, con l’obiettivo di sradicarla completamente e permettere davvero a tutti i cittadini di potersi sviluppare pienamente. Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nato nel 2016 su iniziativa delle Fondazioni di origine bancaria, grazie a un partenariato con Governo e Terzo settore, ha finora favorito la realizzazione di 384 progetti, raggiungendo quasi 500mila ragazzi in tutta Italia. Il Fondo sta realizzando numerose sperimentazioni di successo, che possono essere prese in considerazione dalle Istituzioni per individuare policy nazionali che intervengano sul tema del contrasto della povertà educativa».

Dichiarazione di Paolo Spinelli, presidente Fondazione Puglia

«La povertà educativa minorile in Puglia desta forti preoccupazioni i termini di abbandono scolastico, capienza degli asili nido, della diffusione delle connessioni di rete, della vetustà degli edifici scolastici e dei mezzi di trasporto per raggiungerli. La nostra regione si trova in una situazione sfavorevole, quanto a indicatori medi, rispetto al panorama nazionale, anche se si trova leggermente al di sopra delle altre regioni del Sud. L’emergenza Covid ha acuito le situazioni di svantaggio e disagio per quei bambini che nella DAD non potevano fruire di mezzi adeguati di connessione digitale. Non sono tanto le percentuali medie ad essere inquietanti, quanto gli scostamenti dai valori medi di numerose realtà territoriali in cui appaiono situazioni “localizzate” di forte deprivazione in termini di strutture e quindi di opportunità educative. L’impegno della nostra Fondazione è contribuire al contrasto della povertà educativa minorile. Riteniamo che particolare attenzione vada dedicata ai soggetti e ai contesti più svantaggiati, perché non deve essere mai lasciato indietro nessuno».

Dichiarazione di Aldo Ligustro, presidente Fondazione Monti Uniti di Foggia

«I diritti dei minori e la tutela dell’infanzia sono due ambiti di intervento che vedono la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia tra le istituzioni più attive del territorio. Attraverso la rete nazionale rappresentata dalla Fondazione Con Il Sud e dall’Impresa sociale Con I Bambini, nel corso degli anni la Fondazione dei Monti Uniti ha attivato una serie di iniziative e collaborazioni molto importanti, anche per la Capitanata, premiata con diversi progetti che hanno avuto un effetto moltiplicatore straordinario. Attraverso questi interventi, la Fondazione tenta di rimarginare quelle ferite sociali ancora aperte, specie nelle aree periferiche della provincia, dove il rischio di esclusione sociale e devianza minorile aumenta pericolosamente».

Dichiarazione di Marco Rossi Doria, presidente Impresa sociale Con I Bambini

«La Puglia è una regione del Sud che conosce una situazione difficile in termini di povertà educativa, che preoccupa. In passato sono stati fatti investimenti, ma non basta come confermano i dati del report. Ai deficit di opportunità offerte a minori e famiglie, che colpiscono in particolare le regioni meridionali, le grandi periferie urbane, le aree interne del Paese, dobbiamo aggiungere anche l’effetto Covid che interessa purtroppo sempre più bambini e ragazzi. Il Sud e la Puglia ne soffrono molto. Dobbiamo estendere il contrasto del fenomeno e farlo in un’ottica di rete, di “comunità educante”, rafforzando le alleanze educative sui territori, tra scuola, terzo settore, privato sociale, enti pubblici, famiglie e ragazzi. È quello che promuoviamo e che attuiamo attraverso i progetti in tutta Italia. In Puglia, sono 23 quelli già avviati, sostenuti complessivamente con circa 15 milioni di euro, che coinvolgono quasi 400 organizzazioni del territorio. Questi rappresentano esperienze ricche, innovative, replicabili».

 L’offerta di asili nido

Secondo i più recenti dati messi a disposizione dall’Istat, relativi al 2019, la Puglia offre complessivamente più di 16mila posti, distribuiti in oltre 600 strutture, tra asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia. Si tratta di un posto per il 18,9% dei bambini tra 0 e 2 anni di età residenti nella regione. Dati che pongono la Puglia, come le altre regioni meridionali, agli ultimi posti della classifica relativa

al livello di copertura potenziale di posti in asilo nido e servizi integrativi. Rispetto alle altre grandi regioni del sud, la Puglia presenta percentuali più elevate: in Campania, Calabria e Sicilia il livello di copertura si attesta tra i 10 e i 12 posti ogni 100 bambini. Tuttavia, il dato di questa regione rimane comunque molto distante sia dalla media italiana (26,9%) che dall’obiettivo Ue di 33 posti ogni 100 bambini.

Le famiglie raggiunte dalla banda larga ultraveloce

Quanto agenda digitale e contrasto della povertà educativa siano strettamente legate è diventato evidente a tutti durante la pandemia. I divari digitali (connessione lenta o assenza di un dispositivo per ogni membro della famiglia) hanno conseguenze educative cruciali. In questo quadro, la Puglia – presa nella sua interezza – presentava prima della crisi dati tendenzialmente superiori alla media nazionale, circa le connessioni su rete fissa. Nel 2019, il 97% delle famiglie risultava raggiunto dalla banda larga di base (contro una media italiana del 95%). L’83% dei nuclei era raggiunto da una connessione di banda larga veloce (pari almeno a 30 Mbps, contro una media nazionale del 68,5%). Al momento della rilevazione si trattava della quota più elevata tra le regioni italiane relativa alla rete cablata superiore a 30 Mbps. Nella banda larga ultraveloce (connessioni superiori a 100 Mbps), il dato pugliese (46% delle famiglie potenzialmente raggiunte) superava di quasi 10 punti la media nazionale (36,8%).

In Puglia, dunque, la copertura potenziale della rete, pur con differenze interne, è superiore rispetto alla media nazionale. Tuttavia, si tratta di un dato da contestualizzare con altre due informazioni. La prima, come emerso nella relazione 2020 di Agcom, è il divario che, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, si riscontra tra la copertura potenziale della rete (infrastrutturazione) e l’effettiva diffusione del servizio. Se una zona è cablata ciò non significa che le famiglie concretamente vi abbiano accesso, per tanti motivi: dalle preferenze e necessità individuali a un disagio economico che impedisce alla famiglia di potersi permettere una connessione veloce.

Tale aspetto riguarda tutte le regioni, e in misura particolare quelle del mezzogiorno, in particolare Calabria e Sicilia, dove il divario tra la copertura infrastrutturale della rete a 30 megabit per secondo (Mbps) e la diffusione concreta sfiora o supera i 60 punti. In Puglia tale divario è meno accentuato (55,6 punti) ma comunque superiore rispetto alla media nazionale.

L’altro elemento da mettere in luce è che, a fronte di una copertura media regionale superiore a quella nazionale, la presenza delle connessioni veloci risulta fortemente variabile tra le diverse aree della Puglia. Lo si osserva confrontando la percentuale di famiglie raggiunte da rete ultraveloce (pari o superiore a 100 Mbps) nelle diverse province pugliesi.

Gli edifici scolastici vetusti in Puglia

In base ai dati messi a disposizione dal Ministero dell’Istruzione, relativi al 2018, sappiamo che in Puglia gli edifici vetusti sono circa il 13% del totale. Una quota che pone questa regione al quinto posto tra quelle con le percentuali di edifici vetusti più basse (un dato inferiore anche rispetto a importanti realtà del centro-nord come Emilia Romagna, Veneto e Lombardia). Tale dato, peraltro, è inferiore di quasi 5 punti percentuali rispetto alla media nazionale. In Italia sono infatti 7.161 le scuole vetuste, su un totale di 40.160 edifici, il 17,8% del totale.

Ma come cambia l’incidenza del fenomeno all’interno della regione? Le differenze tra una provincia e l’altra risultano meno marcate rispetto ad altre regioni. Tuttavia dobbiamo sottolineare che, mentre a Brindisi la percentuale di edifici classificati come vetusti è del 9,3%, nella provincia di Barletta-Andria-Trani questo dato arriva al 18,1%, quasi il doppio. Peraltro quest’ultima provincia è l’unica nella regione a superare anche il dato nazionale (17,8%). Tre province invece presentano un dato inferiore anche alla media regionale. Si tratta di Foggia (12,5%) e Lecce (11,5%), oltre alla già citata Brindisi. È interessante notare comunque che in 5 province pugliesi su 6 la percentuale di edifici vetusti rimane comunque al di sotto del 15%. Oltre ai casi già menzionati, infatti, anche le province di Taranto (13,5%) e Bari (13,2%) presentano dati relativamente bassi.

Le scuole raggiungibili con il trasporto pubblico

Dei 40.160 edifici scolastici presenti in Italia nel 2018, 34.531 risultano raggiungibili con almeno un mezzo di trasporto pubblico (urbano, interurbano, ferroviario) o con il trasporto scolastico. Una percentuale alta, pari all’86% delle scuole, che nel caso della Puglia scende all’81,5%. Tuttavia, come abbiamo già visto nei capitoli precedenti, anche nel caso degli istituti scolastici raggiungibili con mezzi pubblici si registrano significative differenze tra un territorio e l’altro.

 

 

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