La diversità non fa paura
NAPOLI - 20 Settembre 2016
Napoli_ Si può provare a considerare l'incontro e la convivenza tra culture differenti, tra italiani e migranti, come momento di bellezza? Come ambito nel quale costruire e proporre cultura, aggregazione, rispetto reciproco? Come luogo in cui seminare e far nascere occasioni di formazione e lavoro per i giovani del territorio?
Porsi queste domande è necessario per proporre e sostenere un ribaltamento culturale negli approcci e nell'analisi sui temi dell'immigrazione e di come tali flussi impattano sulle nostre città. Città che devono sapere e mettersi in testa che misurarsi ed investire sulla fatica dell'ospitalità e del meticciato è l'unico modo per innovare e guardare avanti. Rifiutare e chiudersi, al contrario, significa non solo restare immobili, ma porre le basi per scenari incerti e preoccupanti, dove facilmente i conflitti e le marginalità sempre più diffuse metteranno in discussione la qualità di vita e la sicurezza di tutte e tutti.
Per questo è nata “Officine Gomitoli, centro interculturale per l'incontro e la convivenza tra differenze”, grazie all’impegno della cooperativa Dedalus, in partnership con associazioni locali, e al sostegno della Fondazione CON IL SUD in collaborazione con Fondazione Charlemagne, Open Society Foundations e Istituto Pio Monte della Misericordia.
Un luogo in cui comunità locali e comunità migranti possono “incontrarsi” in luoghi belli e tranquilli. Uno spazio in cui, in particolare, protagonisti di questo incontro sono i giovani. Adolescenti e giovani italiani e di seconda generazione, ragazzi con background migratorio e minori stranieri non accompagnati, tutti coinvolti nella tessitura di trame di relazioni positive in un momento storico in cui tutto sembra allontanarsi e disgregarsi.
“Officine gomitoli” – nella cornice dell’ex lanificio borbonico, in una zona ad alta densità multiculturale – ha l’obiettivo di creare momenti ricreativi dedicati all’incontro, alla relazione e all'affettività, oltre che occasioni stabili d’inclusione, cittadinanza, accesso ad opportunità culturali e artistiche, per promuovere e valorizzare le competenze e attitudini professionali e creative dei ragazzi coinvolti e protagonisti nel progetto.
Strutturando le attività previste (laboratori, spettacoli, cineforum, presentazioni di libri, corsi di lingua, musica e arte) in spazi definiti appunto “officine”, il Centro interculturale guarda con interesse anche al piano di rigenerazione urbana fondato sul recupero e il rilancio dei luoghi e sulla rivalorizzazione turistica della zona. In collaborazione con la fondazione “Made in cloister”, uno dei percorsi che più rappresentano il processo di rigenerazione urbana dell'area in oggetto, il Centro vuole intrecciare le attività previste con la creazione di un network capace di far dialogare imprese creative, botteghe artigiane, realtà sociali, istituzioni e artisti al fine di valorizzare il patrimonio culturale, far vivere antichi mestieri artigianali, attrarre l'interesse dei giovani e di un pubblico internazionale su arte, artigianato e culture locali e non. E, ancora, il centro guarda con grande interesse alle collaborazioni con le scuole della città che sono il vero luogo dove oggi si gioca la partita della convivenza e dell'interazione.
Napoli ha un luogo in più per provare a superare la sempre meno utile dicotomia tra “noi” e “loro”, provando invece a costruire, per altro in piena sintonia con la storia e la cultura della città, un'idea di comunità aperta e solidale capace di trovare nell'incontro e nella convivenza occasioni stabili di benessere e sviluppo locale.
(Articolo pubblicato sulla newsletter cartacea della Fondazione, disponibile qui>> )