I buoni frutti dell’orto dei semplici
BENEVENTO - 22 Febbraio 2016
Benevento_ Agricoltura, inclusione sociale, ma anche sensibilizzazione ed educazione ambientale. Sono le parole chiave del progetto “L’Orto dei semplici” che la Cooperativa Sociale Amistade – insieme ad altre associazioni, consorzi, istituzioni e organizzazioni del territorio e con il sostegno della Fondazione CON IL SUD– sta portando avanti per l’inserimento socio-lavorativo di persone con disabilità psichica, con buoni risultati. Tra questi senz’altro la nascita, lo scorso novembre, della cooperativa sociale Solidagri che dà lavoro ai 12 soci. Tra questi ci sono 5 persone con disagio psichico, che lavorano come operatori agricoli, e 1 persona con disabilità fisica, che ricopre il ruolo di responsabile amministrativo della cooperativa.
Cavolfiori, verze, cavoli, patate, cipolle, agli, fave, farro sono solo alcuni dei prodotti coltivati dai soci della cooperativa, che curano quotidianamente un campo con tecniche differenti in base alle stagioni, e dunque, alle tipologie di piante. I prodotti coltivati, raccolti, lavorati e, dove serve, imbustati, sono poi venduti e sempre più persone sono ormai clienti fissi di Solidagri, che consegna la spesa anche a domicilio. E, presto, inizierà a vendere anche online.
A bambini e adulti con disabilità sono dedicati i percorsi di educazione ambientale, per scoprire il piacere di stare a contatto con la natura e conoscerla. Le erbe officinali sono state al centro di diversi incontri organizzati dalla cooperativa e dedicati ai più piccoli, che hanno imparato a conoscere i cicli biologici e l’importanza che quello che offre la natura ha non solo per l’alimentazione e la cucina, ma anche per curarsi. Molti bambini rimangono sorpresi da come le erbe siano state usate, in passato, come medicine.
Un percorso che è appena iniziato, ma che si arricchisce ogni giorno di più ed è pronto per proseguire con convinzione la sua strada, con l’obiettivo di coinvolgere altre persone con disabilità e di costruire, passo dopo passo, la propria sostenibilità.
(Articolo presente sulla newsletter cartacea della Fondazione, disponibile qui )