Essere genitori in carcere
LECCE E BENEVENTO - 12 Gennaio 2017
Lecce e Benevento_ Nel carcere di Borgo San Nicola di Lecce non esistono sale d’attesa. Spesso un bambino aspetta più di mezz’ora per poter vedere suo padre o sua madre, insieme ad altre decine di persone e a tanti altri bambini. Sono infatti mediamente tra i 250 e 300 i figli dei detenuti nel carcere leccese.
Con il progetto “Giallo, rosso e blu. I bambini colorano Borgo San Nicola” saranno proprio loro, insieme ai genitori, a creare uno spazio dedicato e protetto, in cui attendere l’incontro e in cui passare del tempo insieme. Parteciperanno infatti, sotto forma di gioco, alla ristrutturazione di alcune aree del carcere che saranno adibite a sale per le visite dei figli ai genitori detenuti.
L’iniziativa – che è sostenuta da Fondazione CON IL SUD, Compagnia di San Paolo, e Fondazione Cariplo attraverso il Bando Infanzia, Prima – è promossa dall’Associazione Fermenti Lattici in collaborazione con altre organizzazioni locali.
Oltre alle attività per facilitare il rapporto dei detenuti del carcere di Borgo San Nicola con i propri figli, il progetto permetterà di realizzare altre iniziative tra le mura della casa circondariale. Tra queste, la creazione di un gruppo di genitori che si occuperà della gestione della biblioteca, il teatro, la cura di un orto, un laboratorio di musica.
Anche nel carcere di Benevento si sperimenta la bellezza del “fare” insieme, superando l’esclusione sociale attraverso la passione per l’arte. Grazie al lavoro di Daniele, Emanuele, Francesco e Gedy, oggi la Chiesa di San Modesto è abbellita da nuove vetrate realizzate nel corso del laboratorio di arte sacra nell’ambito del progetto “Liberare la pena”, sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD e promosso da Fondazione Opus Solidarietatis Pax Onlus in collaborazione con un’ampia partnership di istituzioni, associazioni, organizzazioni locali.
Esperienze che diventano strumenti di riscatto; occasioni per ripartire come avviene anche per i detenuti che partecipano ai laboratori per la realizzazione di paramenti sacri e di ostie. Un lavoro che è stato presentato lo scorso 6 novembre anche a Papa Francesco, in occasione del Giubileo dei Carcerati.
(Articolo presente nella newsletter cartacea della Fondazione, disponibile qui>>)