Ingrana la VII
PALERMO - 2 Marzo 2010
Martedì 2 marzo dalle ore 9.30 presso l’Istituto comprensivo Giovanni Falcone (nel quartiere S. Filippo Neri- ex ZEN) si svolgerà il momento conclusivo delle attività del progetto “Ingrana La VII”, sostenuto dalla Fondazione per il Sud nell’ambito dell’educazione dei giovani per il contrasto della dispersione scolastica.
Durante l’incontro verrà presentato il report di valutazione, verranno illustrate le attività svolte coinvolgendo gli alunni che hanno partecipato alle attività. Parteciperanno all’incontro Guido Di Stefano, direttore generale dell’Ufficio scolastico Regionale, Patrizia Monterosso, dirigente generale dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione Siciliana, Rosalba Salierno, direttore dell’Ufficio di Servizio Sociale per i minorenni di Palermo, Raoul Russo, Assessore alle attività sociale del Comune di Palermo, Anna Marino, Fondazione per il Sud.
Il progetto si è svolto dal settembre del 2008 nel territorio della settima circoscrizione del Comune di Palermo ed è stato realizzato con il contributo economico della Fondazione per il Sud. La partnership di progetto vede coinvolte, in modo paritetico nove organizzazioni non a scopo di lucro e diverse scuole che operano nel contesto territoriale della VII circoscrizione, ed in particolare nei quartieri San Filippo Neri (Zen) e Marinella. Della partnership fanno parte anche il Comune di Palermo, l’Ufficio di Servizio Sociale per i minorenni di Palermo (USSM), l’Ufficio Scolastico Provinciale di Palermo, l’Osservatorio di area “Monte Gallo”per la prevenzione della dispersione scolastica e la promozione del successo formativo.
Il progetto ha visto coinvolti più di 300 alunni delle scuole con l’impiego di circa 30 operatori per la realizzazione tra l’altro di azioni di tutoraggio individuale e di sostegno alle competenze scolastiche e attività di promozione di una genitorialità consapevole. Lo scopo reale del progetto è stato quello di ridurre il numero di giovani che abbandonano la scuola e che, non avendo un loro “progetto di vita”, rischiano la marginalità sociale, a volte cadendo nel circuito dell’illegalità ed aumentando esponenzialmente i costi economici e sociali per tentarne il recupero.