Napolixenia: ospitali per missione
28 Settembre 2017
Un antico monastero del ‘600 nel cuore di Napoli è stato recuperato trasformandosi in struttura ricettiva gestita dai giovani dei Quartieri Spagnoli e del Rione Sanità. Una vista mozzafiato sul Golfo di Napoli, una “naturale” attenzione al benessere del cliente e, soprattutto, un’anima comunitaria con un grande obiettivo sociale: creare un modello di sviluppo sostenibile partendo dalle risorse umane e culturali del territorio.
Napoli_ Un monastero agostiniano del 1618 che sorge ai piedi della collina di San Martino ora ospita il B&B Casa Tolentino grazie al progetto “Napolixenia” sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD e promosso dall’Associazione L’Altra Napoli Onlus in partnership con altre associazioni, cooperative sociali e organizzazioni del territorio. La struttura: 13 camere di cui 8 con vista sul Golfo di Napoli, un giardino di 5 mila metri quadri che dal 2010 è considerato Bene di interesse storico e artistico e Monumento Nazionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, una terrazza che è uno dei punti privilegiati della città per ammirare la bellezza del Golfo e una giovane cooperativa sociale (San Nicola da Tolentino) che la gestisce.
La loro esperienza è partita nel 2014 come spin-off della cooperativa sociale La Paranza, protagonista di un altro significativo progetto sostenuto nel 2008 dalla Fondazione (San Gennaro Extra Moenia) che ha permesso la valorizzazione delle risorse storico-artistiche del Rione Sanità a partire dalle Catacombe, rimaste chiuse per ben 41 anni e oggi apprezzata meta di turisti italiani e, soprattutto, stranieri. Una iniziativa tra le più virtuose, che si tenta di riprodurre nel complesso monumentale che la Comunità dei Padri Vincenziani ha concesso in gestione ai giovani della cooperativa San Nicola da Tolentino.
L’obiettivo del progetto Napolixenia è infatti la creazione di opportunità di riscatto attraverso l’inserimento lavorativo dei giovani nel settore turistico e la promozione del grande patrimonio culturale che caratterizza il quartiere, restituendo dignità alle persone che ci vivono e lo abitano. Una visione dopotutto esplicitata già nel titolo del progetto, che si rifà al concetto di xenìa, ovvero quello di ospitalità dell’antica Grecia, prossima a quella che oggi semplicisticamente definiamo come rispetto e grande attenzione al cliente.
A fianco all’attività di accoglienza turistica, il progetto ha permesso inoltre la realizzazione di attività artistiche, laboratori teatrali che hanno coinvolto ragazzi, italiani e stranieri, del territorio.
Ancora una volta, dunque, saper coniugare bellezza e fragilità sociali si rivela una straordinaria formula vincente per innescare processi autonomi di sviluppo locale. E di riscatto, ovviamente, di occupazione, di contaminazione positiva di un territorio caratterizzato da forti criticità socio-economiche e allo stesso tempo ricco di tesori storico-artistici e culturali, nonché di un forte dinamismo dei giovani.